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Borsa, Capuano: «I mercati devono restare aperti»

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12 ottobre 2008

«I mercati azionari hanno continuato a funzionare correttamente durante questa crisi». Domenica sera i rappresentanti delle più importanti Borse mondiali «riaffermano con forza il principio che i mercati azionari e di strumenti collegati devono restare aperti durante questo periodo» di crisi. Lo si legge in un comunicato sottoscritto da presidenti e amministratori delegati dei principali listini mondiali, dal Nasdaq al Nyse, da Tokyo a Shanghai e dallo stesso Massimo Capuano, amministratore delegato di Borsa Italiana nonché presidente della Federazione Mondiale delle Borse (World Federation Exchanges), riunita proprio a Milano per l'assemblea generale. «I mercati azionari - continuana la dichiarazione - hanno continuato a funzionare correttamente durante questa crisi, adempiendo al loro ruolo di mercati continui e aperti per la fissazione e la diffusione dei prezzi per gli strumenti quotati sui listini». I leader delle Borse mondiali reiterano la richiesta di non fermare gli scambi in questo periodo: «La trasparenza dei prezzi degli strumenti quotati - affermano - rende questa informazione disponibile per tutti e fornisce importante liquidità agli investitori».

Una dichiarazione arrivata al termine di una giornata segnata dalle indiscrezioni rilanciate dal quotidiano inglese "Sunday Telegraph", secondo cui le voci di una possibile chiusura temporanea dei listini ha iniziato a circolare con insistenza in mattinata a Milano tra i presidenti delle 56 borse mondiali. La nota del Wfe è arrivata mentre era in corso a Parigi il vertice straordinario dell'Eurogruppo, chiamato prendere delle decisioni per fronteggiare la crisi finanziaria internazionale. E il timore che serpeggia tra gli operatori finanziari è che venga decisa una chiusura straordinaria dei listini, in attesa di tempi migliori.

Un timore generalizzato, se è vero che anche dagli Stati Uniti arrivano decise prese di posizione contrarie allo stop delle contrattazioni. Prima la Casa Bianca ha ribadito a inizio pomeriggio che non ci sarà una sospensione degli scambi dei titoli bancari nelle Borse del G7, come riporta il quotidiano britannico: «Non c'è nessun cambiamento» nella politica americana sull'intervento nei mercati, ha chiarito il portavoce della Casa Bianca, Tony Fratto. Poi in serata è intervenuto direttamente il segretario al Tesoro statunitense, Henry Paulson che, facendo appello all'unità globale di fronte alla crisi dei mercati finanziari, ha voluto scoraggiare i governi dalla tentazione di politiche isolazioniste o protezioniste, inutili per risolvere il problema: «Sebbene gli Stati Uniti stiano prendendo molte misure straordinarie per risolvere la crisi - ha detto Paulson a un comitato della Banca Mondiale - non stiamo inseguendo politiche che limiterebbero il flusso di beni, servizi o capitali, dato che queste misure intensificherebbero solamente il rischio di una crisi prolungata».
L'ennesima conferma che il clima è molto "agitato" in tutto il pianeta arriva dall'andamento delle Borse del Medio Oriente, le uniche aperte di domenica (il giorno festivo è il venerdì). Quasi tutti i listini della regione hanno chiuso in pesante ribasso. Tel Aviv, tornata alle contrattazioni dopo alcuni giorni di stop legati alle festività ebraiche, ha dovuto ritardare di tre quarti d'ora l'avvio degli scambi a causa dei ribassi superiori anche al 9%. La Borsa del Cairo ha chiuso in calo del 3,1% dopo aver recuperato dal -9% iniziale. Crolla Dubai (-5,4%) che in corso di seduta è arrivata a perdere il 10% nonostante il governo degli Emirati Arabi Uniti, di cui il Dubai fa parte, abbia garantito i depositi e i prestiti interbancari nel Paese. Tonfi per le Borse del Qatar (-7,2%) e dell'Oman (-5,7%), Pesanti anche Abu Dhabi (-2,3%) e Amman (-2,6%); flessioni più contenute per Kuwait (-0,4%) e Bahrein (-0,8%). Si salva Riad (+0,3%) dopo il taglio dei tassi da parte della Banca Centrale di mezzo punto percentuale.

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